Fa un certo effetto ritornare dopo tutto questo tempo a scrivere su queste pagine. Il discorso di The Crossing si era interrotto nel 2015, dopo Lucca Comics e la pubblicazione del secondo numero.
Dopodichè la mia “carriera fumettistica” ha preso una strada diversa, realizzatasi prima con la collaborazione con Sergio Bonelli Editore e successivamente con la Zenescope entertainment e con la Aspen Comics. Collaborazioni che mi hanno fatto crescere tanto professionalmente e che continuano tuttora. Ma che ho in parte ridimensionato.
Il fumetto per me -purtroppo o per fortuna- non è mai riuscito a diventare la professione primaria. Se da un lato questa cosa ha portato ad una certa dose di frustrazione e rosicamento, dall’altro mi ha lasciato un po’ più libero di approcciare il medium con maggiore serenità.
Il fumetto è rimasto una cosa da realizzare per (e con) amore prima che per portare a casa la pagnotta. E questo ci riporta a The Crossing. I lavori su quest’opera in verità non si sono mai davvero fermati. Sono andati avanti come un rumore di fondo, anche grazie all’interessamento di diversi editori.
Alla fine non se ne è mai fatto niente, più per una mia scelta che per altro. Non volevo trasformare The Crossing e staccarlo dalla sua dimensione di totale indipendenza. Adoro il suo essere un fumetto indie, da self area.